Giuseppe: Cara Noemi, allora: ...come va?
Noemi: Bene
G: Lo sai che tu mi hai fatto uno dei regali più belli della mia vita?
N: Quale?
G: Eh, mi hai mandato un messaggio un po' tempo fa che raccontava un po' la tua storia.
N: Sì
G: E questo a me è piaciuto tanto, addirittura emozionato
G: Parlavi delle tue esperienze precedenti, parlavi del tuo vissuto a Milano...ma prima di tutto, di che ti occupi?
N: Io mi occupo della parte di comunicazione dell'azienda e per me questa azienda è diventata una famiglia
G: E che è successo? La tua esperienza qual è stata? Da quella bella cittadina che si chiama Sarzana sei partita per Milano, giusto?
N: Sì, sono andata a studiare a Milano, ho lavorato lì un paio di anni
G: E come è andata?
N: All'inizio mi sembrava un mondo inarrivabile, ma poi ci sono arrivata, e quindi mi sentivo come quando indossi un paio di scarpe del numero più piccolo del tuo ma le vuoi indossare perché sono belle, no?
G: Tu le volevi per forza le scarpe
N: Le volevo per forza, solo che poi tornavo a casa la sera e mi stanguinavano i piedi
G: ...ahia!
N: Mi faceva male tutto ciò e me ne sono accorta quel tempo quando sono venuta a Firenze
G: E quando sei venuta a Firenze e hai trovato Mimì-Muà, che è successo?
N: All'inizio vi guardavo con occhi strani
G: Perché?
N: Innanzitutto l'accento di tutte le ragazze, che erano qui per me era quasi fastidioso all'inizio, però sentivo che c'era qualcosa che mi legava a questo posto, mi ricordava tanto casa
G: E che cosa è cambiato nella tua visione tra Milano e Firenze?
N: Ho iniziato a capire che le marche non fanno le persone, ma sono le persone che fanno le persone, e il tempo che scegli di passare con determinate persone. Quindi la qualità del tempo è il saper scegliere con chi condividerlo.
G: Posso dire che sei passata dall'apparenza alla sostanza?
N: Sì
G: Cos'è che hai tatuato sul braccio?
N: Diventa ciò che sei
G: Bellissimo, grazie